“La produzione scientifica rappresenta la molteplicità degli strumenti con i quali l’università tradizionalmente si esprime: l’editoria e la pubblicistica, la formazione, la creazione di agenzie per lo sviluppo territoriale e la connessione tra impresa, mercato ed università, nonché la creazione di un vero e proprio Centro studi e ricerche per la valorizzazione dei beni e delle attività culturali mediante la cultura del progetto e la tecnologia.”
Seassaro A., in Design e Beni Culturali, 2004
L’attività scientifica e di produzione culturale dell’UdRD DeCH si concentra principalmente in 3 ambiti:
– didattica in design per i beni culturali;
– ricerca, critico metodologica ed applicata, in design per i beni culturali;
– progetto per la valorizzazione dei beni culturali.
La matrice comune trasversale a questi ambiti che caratterizza il design è rintracciabile in un approccio (al progetto, alla ricerca e alla didattica) che punta all’innovazione come valore e che pone al centro della riflessione l’uomo, con le sue capacità, cognizioni, emozioni, necessità, sia a scala individuale che collettiva, e le sue relazioni con il contesto e con la produzione di artefatti. Il termine design viene inteso in senso ampio, includendo le diverse competenze tecniche ed operative del progetto, quali: exhibition design, communication design, light design, design dei servizi, product design, interior design per i beni culturali. Il tema dell’innovazione intreccia la valorizzazione aprendosi ad una dimensione sistemica e processuale, che vede una attività integrata di salvaguardia, gestione e valorizzazione, comunicazione e fruizione.
Il design funge da sistema di mediazione tra un contesto, un bene culturale, un sistema di beni e il fruitore o la comunità di riferimento attraverso modelli e processi sostanzialmente “relazionali” e “transcalari “, capaci di mediare tra emergenze puntuali e contesti territoriali o distrettuali in un continuo movimento di “messa a fuoco” delle diverse scale e esigenze di progetto, secondo una logica zoom in-zoom out, capace di concretezza e visione complessiva insieme.
Il sistema di relazioni chiarisce e pertanto incrementa il significato dei singoli beni (Montella, 2009) e il design si pone come forma di organizzazione dei beni, permettendone la legittimazione del valore, occasioni e momenti di accesso, fruizione e appropriazione differenziati (in forma diretta o mediata dalle tecnologie), e strategie di attivazione, attualizzazione e ri-contestualizzazione innovativa dello stesso valore, incorporando il suo valore utilità nei modi di vita contemporanei e indagando le questioni dell’autenticità, tipicità e produzione di località (Loi, 2007; MacCannel, 2005), della modificabilità della percezione del valore (Dorfles, 2004) e “dell’attivazione di nuovi e possibili usi” (Agamben, 2005).
Alcuni ambiti di sperimentazione dell’UdRD DeCH, attraverso la didattica, la ricerca e la pratica progettuale sono ad esempio:
– il tema dell’illuminazione dell’architettura, dei monumenti, del paesaggio urbano, che da semplice questione puramente tecnica si è trasformato in regia e sceneggiatura delle storie dei luoghi;
– i progetti di identità e immagine coordinata di musei, città, sistemi territoriali che hanno palesato in maniera percepibile al turista una offerta di contenuti integrati e di qualità, ma anche le informazioni per accedervi e fruirne;
– l’allestimento, fuori e dentro il museo, nella città, nello spazio urbano e nel paesaggio, come messa in sicurezza di un patrimonio storico-artistico, ai fini dell’accessibilità, ma anche come metafora del “rappresentare” e del “narrare”, in maniera tendenzialmente replicabile e diversificata per diverse tipologie di utenti.
– la dimensione archivistica e curatoriale come prassi di conoscenza e valorizzazione finalizzata al rendere accessibile una specifica modalità di documentazione che unisce studio e fruizione del patrimonio.
FIG.2: transcalarità delle relazioni attivate tra beni culturali e comunità di utenti, E.Lupo, 2009
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