Il design per la valorizzazione dei beni culturali oggi: creare sistemi di valore per connettere storia, cultura, luoghi, conoscenza, comunità, impresa
La valorizzazione dei beni culturali oggi è un asset privilegiato per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione del “sistema paese”. La fruizione collettiva di cultura si è evoluta, parallelamente alla società dei servizi e delle esperienze, verso la moltiplicazione di momenti e occasioni di appropriazione e accesso a beni, prodotti, servizi ed attività culturali e creative, in termini di circuito di senso identitario di una comunità, di rigenerazione e ri-distribuzione del valore di un territorio, di strumento di partecipazione, integrazione e coesione sociale.
Si è passati da modelli puramente conservativi, in cui prevale la fissità di forme e/o significati del patrimonio come documento da preservare, a interventi di tipo trasformativo, in termini di progetto di nuovi significati (modelli e paradigmi di fruizione innovativi), e nuove forme di beni (ridisegno del paesaggio, contesti e sistemi di offerta etc.).
In questa logica, in coerenza con le indicazioni promosse dalla comunità Europea e dall’Unesco, i modelli di sviluppo culture oriented promossi dal design, hanno l’obiettivo di generare, attivare e incrementare il valore del bene culturale nella sua funzione patrimoniale, storica, civile, simbolica, sociale, e sono finalizzati allo sviluppo di piattaforme e sistemi di connessione in grado di mettere in rapporto i territori e le comunità attraverso cultura e conoscenza, ridisegnando contemporaneamente le relazioni tra locale e globale, tradizione e innovazione, pubblico e privato.
L’opportunità di valorizzare i beni culturali è per il design un obiettivo strategico per rilanciare l’immagine e la competitività internazionale del made in Italy: attraverso la messa in rete ed il potenziamento della “filiera dei beni culturali”, ossia quell’aggregato di produttori e utilizzatori di tecnologie che intervengono nelle varie fasi del ciclo di vita dei beni culturali, dalla conoscenza alla conservazione, gestione economica, messa in sicurezza e fruizione (Santagata, 2007, Granelli, 2008).
I motivi di questo interesse e di questa convergenza sono:
– la trasformazione (o meglio l’ampliamento) del concetto di “bene culturale”, inteso come sistema culturale complesso di un territorio e di una comunità, dalla dimensione cognitiva, sociale e simbolica: dai tradizionali beni artistici, monumentali, demo-antropologici, archeologici e ambientali ai sistemi territoriali e urbani, al patrimonio culturale immateriale (come saperi, pratiche ed espressioni) fino ai luoghi della cultura e agli eventi. In questo modello è possibile individuare le diverse funzioni del bene culturale: patrimoniale (in termini di natura istituzionale e inalienabilità), civile (in termini formativi e identitari), sociale (in termini di integrazione e partecipazione), di sviluppo (come dimensione dello sviluppo più che come leva e quindi per generare, come conseguenza e non come obiettivo, una crescita economica e sociale);
– l’evoluzione delle pratiche del design: il design, tradizionalmente associato alla progettazione concreta delle componenti tecnologiche, prestazionali, estetiche e comunicative dei beni d’uso, ha progressivamente, in relazione alle trasformazioni avvenute nei contesti d’uso delle merci, allargato le sue competenze, affinando capacità di visione strategica degli scenari d’uso e sensibilità rispetto ai significati dei comportamenti di consumo dei beni, configurando quello che viene oggi definito come sistema-prodotto, cioè la componente di servizio e comunicazione associata al prodotto. Il design cioè, oltre a progettare concretamente gli artefatti, ne suggerisce interpretazioni, significati, procedure in relazione al sistema sociale, economico, tecnologico, produttivo. Si è quindi progressivamente avvicinato anche alla componente “immateriale” dei processi e strategica che sottendono il mondo del design e dei beni culturali, sviluppando inedite sinergie.
Conseguentemente quindi all’evoluzione del significato del bene culturale da bene di appartenenza o di merito (di cui viene colto il valore in sé, secondo una concezione tipicamente patrimoniale) a bene di fruizione (di cui viene riconosciuto un primario valore d’uso) (Montella, 2009; Salvemini, 2005), e all’innovazione degli ambiti di sperimentazione teorico-applicativa della disciplina progettuale, il design si focalizza su processi di generazione del valore del bene culturale come sistema e come esperienza. Il design per i beni culturali propone cioè una visione “sistemica” della valorizzazione, in grado di trasformare le scelte strategiche di tutela, gestione e valorizzazione in azioni progettuali concrete di conoscenza, organizzazione ed esperienza del bene e sua incorporazione e contestualizzazione nel contemporaneo.FIG.1 : processi di design per i beni culturali, E.Lupo, 2009
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